Ever the comparatist, Piero Boitani reflects on his expansive academic journey, which spans from antiquity and medieval literature in England and Europe, through philology, to 20th-century African American literature in the US and world literature.
Peter Kuon: La scoperta della letteratura afroamericana statunitense del Novecento, le ricerche sulla letteratura del Medioevo inglese ed europeo, il passaggio alla letteratura comparata con L’ombra di Ulisse, il ritorno ad fontes e l’incontro, da filologo, con la Bibbia e i grandi testi dell’antichità, infine, l’apertura della comparatistica alla letteratura mondiale (penso a Il grande racconto delle stelle)… ogni tappa della tua carriera sarebbe bastata per tutta una vita accademica. Come vedi in retrospettiva il tuo percorso a cominciare dagli inizi americani?
Piero Boitani: L’interesse per la letteratura afroamericana mi è venuto quando ero ancora a Roma. Scelsi quest’argomento in un seminario all’Istituto d’Inglese della Sapienza, poi, quando sono andato nel 1969/70 negli Stati Uniti per fare il mio BA all’Università di Wittenberg nell’Ohio, raccoglievo tutti i materiali per questo lavoro che avevo in mente sui narratori afroamericani, autori come Richard Wright, Ralph Ellison, James Baldwin, Malcolm X, Le Roi Jones e altri ancora. Di ritorno in Italia, ho cominciato a scrivere una tesi di laurea che è stata pubblicata nel 1973 sotto il titolo Prosatori Negri Americani del Novecento.
Author
Piero Boitani is Emeritus Professor of Comparative Literature at “Sapienza” University, Rome.
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